SE BELLA VUOI APPARIRE
6.11.2008

Bregostene: donne pelose e dotate d’artigli al posto delle mani (mitologia bellunese)

Stanno accadendo cose terribili.
Per una volta non restiamo indifferenti: dobbiamo unirci e reagire. Basta con l’ignavia imperante, basta con l’egoistica indifferenza: donne, mettiamo in pratica la solidarietà femminile e aboliamo le cerette integrali.
Lo so, il detto “Donna barbuta, sempre piaciuta” è una cagata disumana: proverbiale la risposta dei miei compagni di scuola che alla donna barbuta avevano rifilato l’appellativo di “brutta gnocca e poche storie”.
Dopo tutto, neanche a me piace la peluria sulle gambe, sul labbro superiore, sotto l’ascella (sì, sì, leggendaria la foto di Sofia Loren col braccio alzato e il pelo lungo, ma accattatevilla voi!!) o che fuoriesce dal costume da bagno.. e fin qui siamo tutti d’accordo.
Ma io mi domando: PERCHE’ questa storia della depilazione intima integrale? Capisco che sia diventata una mania maschile grazie al mai abbastanza stanco Rocco Siffredi. Sembra che essere glabre “là” aumenti notevolmente il desiderio femminile, capisco anche che in certe menti perverse possa scatenare l’eros e quindi, visto l’andazzo del vigore maschile ultimamente, meglio cogliere al volo qualunque segnale di ripresa.. Così, per dovere di cronaca, ma solo per quello, ho pensato bene di provare. Non si può criticare tanto una cosa senza conoscerla, no?
Per iniziare ho preso appuntamento in un bel centro estetico dove almeno l’atmosfera era rilassante, l’arredo feng shui, e in filodiffusione si ascoltava musica soft che riproduceva i suoni del bosco di notte; i separè di carta di riso facevano passare la luce ma celavano discretamente agli occhi esterni cosa vi accadeva dietro (attenzione, però: il grosso rischio è di trovarci dietro la persona della quale state sparlando a voce alta).
In effetti, rispetto alle estetiste di una volta, il cambiamento è grosso: dall’estetista oggi non ci vanno più solo le persone alla “Ugly Betty”, con le sopracciglia di Peo Pericoli e i baffetti alla Frida Kahlo; sicuramente, tempo pochi mesi, anche che a Carpi faranno la loro comparsa quei “Nail center” dove file di donne, accomodate in poltrone ergonomiche, si fanno fare la pedicure o la manicure mentre chiacchierano amabilmente tra di loro. In America fanno ovunque “Nail Parties”, e devo ammettere che bersi un Martini mentre spettegoli con le amiche e ti massaggiano i piedi è una gran bella sensazione.. ma questa, signori, è tutta un’altra cosa.
Appena ho fatto il mio ingresso nel centro estetico, sono stata accolta da una standing ovation da parte di tutte le lavoranti (che si erano passate la voce) perché “finalmente mi ero decisa a farmi una brasiliana”.
Prima di spiegare che il mio orientamento sessuale era ben altro, e che al massimo mi sarei fatta volentieri un brasiliano, ho capito che così viene chiamata la ceretta integrale. Il motivo non è chiarissimo, perché io ho visto che in certi filmetti se la fanno anche tante altre signore di ben altre nazionalità, forse vuole essere un richiamo alla Joie de vivre dei carioca.. in ogni modo mi sono accomodata su un bel lettino e mi sono timidamente spogliata.
L’occhio esperto dell’addetta alla potatura ha visto subito che ero una neofita, ed è ricomparsa da dietro una tenda di papiro egiziano con in mano un paio di forbici da parrucchiere e la stessa espressione di Kathy Bates in “Misery non deve morire”, anche se la parte delle sforbiciate è stata una passeggiata se confrontata al resto: nella fase ceretta vera e propria ho dovuto assumere posizioni viste soltanto nei cioccolatini del Kamasutra, senza però averne lo stesso effetto finale. Dopo aver lanciato anatemi irripetibili alla mia carnefice, e aver tentato di comporre il numero di “Amnesty International”, “Nessuno tocchi Caino” e dell’”Unione Donne Italiane”, sono stata lasciata 10 minuti con la borsa del ghiaccio e una lozione decongestionante “in situ”, e con 50 gocce di Fiori di Bach contro le crisi di rabbia devastante (troppo tardi, le mie urla avevano già messo in fuga le altre clienti).
Sono uscita alleggerita di 20 euro e di qualche grammo di me: avevo le mutande appiccicate, la camminata alla Bud Spencer e tutto tranne che velleità amatorie.
Ironia della sorte, su Rai Sat Cinema, proprio quella sera, davano “La Donna Scimmia”: storia di un fenomeno da baraccone pieno di peli che però si era sposata Ugo Tognazzi, e scusate se è poco..

 

 

 
 
 
 
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