FLATLINER
19.02.2009

“Sei a letto con l’australiana?”
Domanda alquanto maliziosa, almeno fino a poco tempo fa...peccato che l’australiana in questione non sia Nicole Kidman (e neanche Hugh Jackman.. ahimè!), ma una fetentissima influenza che provoca febbre a 40° per tre interminabili giorni, spossatezza e dolore dai capelli ai piedi.
In ditta poco mancava che usassero le mascherine, in aereo o in treno neanche a parlarne (temevano che fossi un kamikaze batteriologico?), quindi, dopo 15 anni di onorato servizio, mi sono messa in malattia (Cleo dalle 5 alle 7 probabilmente era un medico INPS).
Nonostante aborrisca ogni forma di ozio e fissità, stavolta non ne posso proprio fare a meno, e, ben fornita di medicinali in dosi da cavallo (che il Dottor Bach in persona, con le sue goccine, provi a entrare in casa mia!) mi sono ripromessa di sfruttare questi giorni per recuperare diversi arretrati (chissà che non finisca il famoso punto croce natalizio!), anche se la febbre e il mal di testa non mi danno tregua. Alla fine opto per la tv, un po’ come quando andavo a scuola: se ero a casa ammalata, mi sparavo” TV DONNA” e mi facevo dei trip assurdi con Wilma De Angelis e i suoi menù.
Tanto per iniziare, Beautiful: 10 anni che non lo guardavo e in 5 minuti non solo ho capito tutto (anche la sorella scema di Forrest Gump ci riuscirebbe), ma mi ritrovo a spasimare perché Brooke e Ridge si sposino e Taylor torni col Principe Omar, così me la levano dalle palle (odio le “bravebuonebelle”). Considerando che in 30 anni siamo passati da Veronica Castro a Nick Marone, passando per Sonia Braga, meno male che l’evoluzione della specie umana si misura da altre cose!
Sui canali satellitari sono diventata una fan sfegatata di “MAD MEN”: a parte l’ambientazione nella NYC dei primi anni ’60 e la tettona Joan (da cui la maggiorata del “Grande Fratello” dovrebbe imparare in quanto a stile e sensualità), la genialata di questa serie è lanciare delle velate ma argute critiche agli eccessi di oggi ponendo l’accento su quelli di allora (oddio, sembro Aldo Grasso!): genitori che sgridano e picchiano i figli disobbedienti (alla faccia del telefono Azzurro e di chi lo chiama se a scuola vietano l’uso di Playstation), mariti che telefonano allo psichiatra della moglie per sapere di cosa hanno parlato (alla faccia della privacy che anche per andare in un bagno pubblico devi firmare), il tutto avvolto nel fumo di sigarette che circola in qualsiasi scena, cucina o bagno o camera da letto che sia (alla faccia delle crociate antifumo stile “dalli all’untore”!!).
Su Sky Cinema ho beccato un buon momento: ogni giorno c’è “Dirty Dancing”, e sì, Patrick Swayze ha l’espressività di un Golem, Jennifer Grey sembra che abbia sbattuto il naso contro un pugno, e i “dirty dancers” forse credevano di essere sul set di “Natural born killers”: il budget (così come il livello) è basso e si vede, ma dentro di me c’è sempre la sedicenne goffa e putta che andò al cinema con le amiche per vederlo quelle 5 o 6 volte (ben prima di “Titanic”), e anche adesso che le volte sono diventate 20, la magia del “salto” c’è ancora..
Transitando per “Dolci e Delizie” (La bona Beatrice Bocci e la chef Valentina Gigli che palesemente la odia), “Il club delle Cuoche” (Luisanna Messeri che non se ne può più e poi làvati quelle mani, te le metti nei capelli e poi subito in pasta, CHE SCHIFO!), approdo verso sera su uno a caso dei canali di cinema e, tanto per restare in tema di revival, mi guardo, assaporandolo fino all’ultima nota, “GREASE”. Mi esalto (per quello che la febbre permette) con “Summer nights”, mi diverto con “Look at me, I’m Sandra Dee”, canto “Sandy”, sogno con “You’re the one that I want” e mi commuovo con “We go together” (perché penso che poi dopo il diploma non si vedranno più e mi viene da piangere..). Per la centesima volta mi innamoro di John Travolta (che faccia Danny Zuco, Tony Manero e persino Vincent Vega) e delle sue movenze dinoccolate.
Dopo questa giornata da lobotomia frontale, il pillolone comincia a fare effetto e caracollo sul letto sognando di essere alla Casa Bianca con addosso un abito disegnato per me da Eric Forrester e da suo figlio che però è anche suo prozio. Mentre Obama mi chiede consigli sulla politica estera e Michelle ci guarda palesemente gelosa, arriva John con il giubbotto dei T-Byrds, mi dice che “Nessuno può mettermi in un angolo”, mi gira e mi prilla da tutte le parti finchè nel momento clou del “salto”, il salto lo faccio davvero per terra, e quello che mi sembrava un John Travolta molto contento di vedermi, era il telecomandone di MY SKY che mi si era infilato nel pigiama.

 
 
 
 
Pubblicato su
VOCE
 
 


P A N D O R A @ U P K . i t

w w w . U P K . i t / P A N D O R A
/