JUNGLE FEVER
26.02.2009

Oggi mi sento molto Enrico Mentana. O Lilli Gruber. O Cesara Buonamici. (Cristina Parodi, MAI!!!)
Ha fatto davvero tanto scalpore la delibera del Comune di Lucca di vietare nel centro storico l’apertura di locali “etnici”, volta a salvaguardare il background storico, culturale e turistico della città. Praticamente tutti si sono detti sconvolti da una decisione del genere, si sono scomodati giornalisti, opinionisti, uomini di Chiesa e politici. Si è gridato all’Inquisizione, alle persecuzioni storiche, alla caccia alle streghe..Ma fino a che punto possiamo dire di essere concretamente aperti e illuminati?
E’ vero, se letta alla luce degli episodi di razzismo di questi ultimi tempi, non è una cosa simpatica e potrebbe anche diventare pericolosa: ricordiamoci che ghettizzare CHIUNQUE è sbagliato. Probabilmente a Lucca non hanno pensato che rischiano di avvallare tutta una serie di comportamenti ben peggiori.
E’ vero che se è la perdita delle radici e delle tradizioni enogastronomiche italiane che ci preoccupa, allora anche i Mc Donald dovrebbero venire chiusi o situati in periferia, in quanto palesi richiami alla cultura del junk food e della globalizzazione (che è quanto di più lontano possa esserci dall’italianità). Invece da anni in pieno centro a Bologna, Firenze, Verona, Milano e Genova fanno bella mostra di sé diversi Mc Donald, con le loro belle insegne luminose che in effetti stonano non poco con le guglie del Duomo e con la skyline dell’Arena..
E’ vero che, seguendo questa logica, possiamo tirare fuori dal cappello (nella fattispecie, la valigia di cartone) la storia dell’emigrato italiano che ha potuto aprire le sue pizzerie ovunque nel mondo, facendone un simbolo del Belpaese (dopo la mafia e il mandolino).
E’ vero che il Kebab è un cibo che ha radici culturali e storiche ben più profonde di quanto possiamo immaginare, oltre al fatto che è un piatto saporito, sano e dieteticamente molto più corretto di tanti altri; il curry è una spezia dalle mille proprietà terapeutiche e la salsa di soia sostituisce perfettamente il mai troppo vituperato sale nel condimento di molti piatti.
E’ vero che Carpi comincia a riempirsi di locali del genere, anche nelle vie del centro, e stanno aprendo con buon successo i negozietti cinesi dove con 30 € torni a casa pieno di cianfrusaglie inutili e forse anche poco a norma, ma simpatiche e sufficientemente kitsch da essere persino considerate trendy.
E’ vero che stiamo diventando una società multirazziale, che non possiamo e non dobbiamo ignorarlo, che siamo tutti uguali, che non siamo più nel Medioevo, che “se ci pungete, sanguiniamo anche noi, se ci fate il solletico, anche noi ridiamo”… e che secoli prima di Michael Jackson (che da nero è diventato bianco), noi avevamo Olly (che a forza di lampade, da bianco è diventato nero).. e ci chiamano retrogradi!
MA
E’ altresì vero che quando ha aperto il Kebab King al Borgogioioso, sei carpigiani su dieci si sono fatti un bel pensierino su che tipo di clientela avrebbe potuto attirare.
E’ altresì vero che, quando Frattini Sport si è trasferito e al suo posto ha aperto un supermercato orientale abbiamo tutti sentito una stretta al cuore, e così anche per “La casa del Bottone”, il ristorante “Paradise” e la Perugina. Senza contare il nostro sconforto nel passare attraverso le bancarelle al mercato di giovedì e di sabato.
E’ altresì vero che la lacrimuccia sulla scena finale di “Bianco e Nero” è scesa, ma forse più per la storia d’amore che non per la coppia mista.
E’ altresì vero che in cuor nostro abbiamo goduto quando la Guardia di Finanza ha messo i sigilli ai laboratori cinesi abusivi che hanno zaccato il mercato del tessile nella nostra zona.
E’ altresì vero che facciamo tanto quelli avanti, i sostenitori del “melting pot”, e poi ci informiamo con dovizia sui cognomi degli amici dei nostri figli. Se il cognome termina con “a”, “e”,”o”, “u” o (orrore!) una consonante, corriamo a iscriverli a una scuola cattolica, anche se per noi il mistero della Trinità ha a che fare con Terence Hill e il suo vero nome.