NO EAST, NO WEST
23.4.2009

Sono leghista? Noooooo, ma che, scherziamo? Assoluto e profondo rispetto per tutti i miei fratelli italiani  del sud… però: perché non dovrei levarmi questa piccola spina dalla zampa del gattopardo e dire che mah, forse, un pelo, SIAMO DIVERSI.
Due secoli fa quel gran illuminato del Principe di Salina lo aveva detto (leggetevi “Il Gattopardo” che è un capolavoro e avrebbe da insegnare a tutti quanti i nostri Berlusconi e D’Alema, eter chè!), forse per giustificare certe mollezze e certe inerzie del sistema siciliano paragonato a quello piemontese ma, ragazzi… aveva ragione, eccome!
Facciamo un rapido esempio: mi trovavo in spiaggia in occasione del week end di Pasqua (sono pecorona? Sii… non è Pasqua se non si fa la gita di Pasquetta): sui miei amati lidi ritrovo gli amici “non emiliani” che in agosto millantano la superiorità romana, tarantina e fiorentina..  onde trovarsi a litigare poi con la sottoscritta sull’argomento.
Ho già avuto occasione di dire che il vero melting pot sono le spiagge italiane: in costume da bagno, non solo il medico salva-vite è budinoso quanto l’addetto alla catena di montaggio ma, essendo in vacanza, anche i costumi (buoni o cattivi) tipici della nostra provenienza vengono mitigati, anzi… arriviamo anche a pensare di essere nell’errore. Pensiamo: “ma dai… vedi che loro si godono molto meglio la vita di noi? Non hanno stress, non hanno ansia da prestazione… loro si che hanno capito tutto.. mica noialtri!”
Ci sono addirittura momenti in cui, presa dalla frenesia del campionario, delle sfilate, dei lanci di produzione all’estero, non riesco a stare ferma più di 5 minuti… e mi chiedo se forse non sto correndo davvero troppo in troppe direzioni.. ma chi me lo fa fare? Non vive forse meglio l’amico aretino che alle 17.30 esce dall’ufficio, inforca la bici e col figliolo va sui colli per vedere il tramonto? Non vive forse meglio l’amica romana che si piglia 3 giorni (dico 3!) per andare alla spa fregandosene se la sua collega in quei giorni non ci sarà perché tanto l’ufficio mica è suo, e se le hanno detto che può andare vuol dire che qualcuno risponderà al posto loro?
Fortunatamente, ho qualche “però” e qualche perplessità:

  • Quando a Carpi si dice. “ok ci si vede alle 8”: bè, alle 8 meno 5 noi siamo già sul luogo dell’appuntamento. Per quale ragione allora la mia carissima amica di Pozzuoli comincia a prepararsi non prima di quell’ora? Perché pensa che sia chic fare aspettare 10 persone e un maitre d’hotel (che abbiamo dovuto corrompere per farci tenere quel tavolo in quel ristorante)? Cosa c’è di peggio che fissare un appuntamento e far aspettare gli amici in strada? Le entrate trionfali le faceva Wanda Osiris o Mussolini… non di certo la Graziella da Pozzuoli.
  • Quando a Carpi si dice che il dress code è informale, bè… a casa mia una specie di Madonna di Pompei che tira fuori lo smeraldo di famiglia, il Baume e Mercier del fidanzamento, le Manolo comprate durante la sfilata di Little Italy a NYC e si trucca che a confronto Moira Orfei sembra Letizia… non è propriamente una “mise “ informale.
  • Se a Carpi si parla di “PRANZARE ASSIEME” allora: amati compagni di ombrellone.. dicesi “pranzo” quel pasto che va dalle ore 12 alle ore 13.30, facciamo anche 14.00… m, se va oltre, E’ UNA MERENDA! Sono ormai secoli (Pasqua 2009 compresa) che verso le 12.15, io e il mio stomaco (che, a discapito della mia educazione al Sacro Cuore, è peggio che “Er Monnezza”), chiediamo timidamente di appropinquarci verso la zona “dining” del bagno 61: e sono circa 20 anni che nessuno ci CAGA… e soltanto verso le 14.15 qualcuno, stanco di raccontarsela da un lettino all’altro, decide di andare verso il bar, dove troverà la cucina chiusa e qualche panino avanzato e si lamenterà pure di questi disservizi con il responsabile della Pro Loco..
  • Sì, a Carpi litighiamo e ci mandiamo bellamente a quel paese.. e, se ci stiamo sulle balle, alle volte facciamo buon viso a cattivo gioco… ma mille volte meglio di certe scenate cui sono stata costretta ad assistere sotto l’ombrellone perché il papà della pupilla Beatrice ha osato rimbrottare il delfino Giacomo  e la mammà di Giacomo ha sfoderato la sua vena “Lollobrigida-Magnani- Loren” e ha difeso il giovane e indifeso virgulto che aveva “solo” ricoperto di sabbia la piccola principessa. Ma poi che bisogno c’è di utilizzare gli ultrasuoni per parlarsi a un metro di distanza?

IN sostanza: sono leghista? Se essere leghista significa guardare dritto, pensare solo ai propri interessi con indifferenza e ignorare che sotto Firenze c’è più povertà e disoccupazione che al nord, allora no, di sicuro non lo sono. Capisco anche che, agli occhi delle genti del sud, sembriamo un po’ troppo inamidati e “precisini”, talmente stressati dalla vita che non riusciamo a fermarci un attimo per assaporare la serenità di certi momenti e troppo assorbiti dal lavoro da poter pensare di staccare anche solo un momento.
Però quando mi impegno e provo un po’ a fare come loro, mi rendo conto che non riesco a smettere di correre sempre e ovunque, di dannarmi per il mio lavoro, di arrivare puntuale anche se è da NERD, e capisco che qui è così, che nonostante i pro e i contro mi piace, e se per questo vengo tacciata di leghismo e campanilismo, che sia!
(Lo ammetto: ho scritto da incazzata perchè ero sull’onda di una litigata da paura con un bagnante del sud a Marina Romea!)

 
 
 
 
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