PACE, AMORE E PROSPERITA'
3.12.2009

Ci siamo. E’ lui.
Mi ha messo addosso il suo Woolrich all’uscita dell’Oltre perché faceva freddo.
Mi ha sentito cantare e non è scappato pensando fossi una pazza furiosa.
Ha preso le mie difese con i vicini stronzi con cui mi sto taccagnando a causa del loro cane del cavolo che abbaia a tutte le ore.
Oh là. Mettiamoci comode perché stavolta è arrivato. Non ho neanche più l’ansia di quello che dico o di cosa mi metto. Non me ne frega niente se mi vede un cuscinetto di cellulite.
Nonostante io sia una donna con le palle, per la prima volta mi sento anche (lo dico timorosa) un minimo protetta. Voi ridete, ma ci sono stati momenti in cui sono arrivata a pensare che se io e il mio partner del momento fossimo stati coinvolti in una rissa, IO avrei dovuto proteggere LUI. Stavolta no.
Almeno finchè questa maledetta influenza che si chiama come un gruppo pop anni ’80 ha messo a dura prova le mie miglior intenzioni.
Venerdì 13 Novembre: dopo l’happy hour di circostanza con le amiche, il programma è serata tranquilla a casa sua con dvd di Star Trek (ho un’insana, morbosa e lasciva passione per Spock).
Mi squilla il cellulare e ne esce una voce rantolante con scatarrata finale. Dopo diversi tentativi di traduzione simultanea, faccio volontariamente cadere la linea (insomma, il ghiaccio del Negroni si scioglie e dopo non è più buono) e ricevo un sms: “Sto male, vado a letto subito”.
Anni e anni di bidoni mi avevano preparata a questo momento, per cui non faccio una piega e mi apposto sotto casa sua aspettandomi di veder uscire dalla sua porta un trenino di Capodanno capeggiato da due trans, ricchi premi e cotillon su sottofondo di “Brigitte Bardot”a tutto volume.
Mai avrei pensato di imbattermi in una scena invece molto più apocalittica.
Pigiama di flanella azzurro da ricovero (se non avessi distolto prima lo sguardo avrei sicuramente visto la patta aperta), ciabatte di spugna grigio topo, fazzoletto di cotone tutto appallottolato e umidiccio che esce dalla manica e borsa dell’acqua calda pericolosamente vicina alle parti intime.
A un esame più approfondito, rilevo la temperatura corporea che risulta essere di 37°( e forse lo è causa boule sopra citata)..
Particolare ancora più preoccupante: la tv e spenta e non perennemente sintonizzata sui canali di Sport o (dopo le 22) su FX. Amore, meglio che ti riposi, vado a casa così dormi tranquillo, ma chiamami pure se non ti senti bene.
Sabato 14 Novembre: mi sento un po’ in colpa per averlo abbandonato al suo destino, del resto ieri si era addormentato beato, la febbre non c’era più (se mai c’era stata) ..arrivo da lui verso l’ora di pranzo preparata a cucinargli qualcosa giusto per fargli vedere che sono anche una brava resdorina se voglio. Prima di aprire la porta (ieri mi ha lasciato le chiavi, ricordarsi di fare un duplicato subito prima che si renda conto di cosa ha fatto).
Credevo di avere dato abbastanza nel vederlo in condizioni pietose e gelatinose la sera prima. Ma nulla avrebbe potuto prepararmi alla scena che mi si è parata davanti (suppongo la stessa che ha ispirato a Michelangelo la sua Pietà). Barba di un giorno e mezzo, stesso fazzoletto ancora più appallottolato e giallognolo nella manica del pigiama ormai grigino, e sua madre che gli tiene sulla fronte una pezzuola imbibita di Pumilene Vapo mentre gli spalma il Vicks Vaporub.
Ora, sua madre, che conosco da tempo (nota bene: ricordarsi il suo compleanno, e stupirsi ogni volta che dice quanti anni compie mentendo spudoratamente), si è sempre vantata di non essere di quelle madri di maschi ultratrentenni super apprensive e asfissianti. Anzi, ha sempre raccontato che pur di non perdersi un torneo di scala quaranta, ha praticamente partorito sulla 128 del marito, e che è stata una delle prima a lasciare i figli alla baby sitter per andare col marito a ballare alla Bussola (dove ha persino ballato un fox trot con augusto dei Nomadi). Da quando i figli sono stati grandicelli, lei e il marito hanno sempre fatto qualche viaggetto in giro per il mondo, e hanno sempre millantato la totale assenza di gelosia verso qualsiasi sbotto di indipendenza o autonomia delle loro creature. Capite quindi il mio perplesso stupore, cautamente fatto passare per preoccupazione sulle condizioni del povero Delfino di Francia.
Temperatura corporea rilevata: 36,8° (“ma verso le 5 vedrai che gli va su”, cuore di mammà).
Mi sento decisamente di troppo. E’ ancora troppo presto per sostituirmi alla madre nelle cure da prestargli, sarebbe un po’ presuntuoso, e in verità non ne ho proprio voglia.
Mando un bacio veloce all’ammasso informe che giace sotto la coperta di cachemire (però la tv è accesa, sta migliorando), so che domani sarà di nuovo il principe azzurro che è sempre stato, e va bene se quando sta male è un po’ piaga, non lo siamo forse tutti ?
E poi.. posso tenere il dvd di “Star Trek” fino a domani sera, e già mi pregusto una serata di fantasie molto spinte su Spock, il Capitano Kirk e persino Sulu, vista l’astinenza degli ultimi giorni!

 

 
 
 
 
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