PARIGI O CARA
4.3.2010

Stando a quanto si commenta su FB, vivere a Carpi è assolutamente out.
Non si fa in tempo a lanciare l’argomento, e fioccano risposte acide, caustiche e deluse su quanto stare qui sia asfittico, culturalmente povero, umanamente limitativo. Eh, già.
Perchè ci sono i carpigiani che decidono di vivere altrove per motivi di lavoro o studio e in effetti scoprono realtà oggettivamente diverse e, forse solo per questo, più attraenti. Questi però si ricordano bene da dove vengono, e, se ne hanno occasione, tornano volentieri, giusto per respirare un po’ di nebbia e farsi due sbraghirate al Bar Teatro. E’ bello fare il figliol prodigo, ed essere “la grande rentrèe”.
Di questi ho anche fatto parte per un po’, e, nonostante l’euforia che in effetti confesso, c’erano momenti in cui avrei dato chissà cosa per poter uscire di casa, andare a piedi da mia madre e litigare un po’ con lei perché non metto bene le cose sullo stendino così eviterei di stirarne almeno la metà.
Ci sono i carpigiani che sono stanchi di vivere in una piccola cittadina dove nessuno si fa gli affari suoi e dove si sentono sempre additati. Ma alla fine io credo che morirei se vivessi in un posto dove nessuno sa chi sono, dove vado al bar e nessuno alza la testa dalla gazzetta per salutarmi, o dove il barista ne vede talmente tanti che ogni santa mattina devo dire che prendo un cappuccio chiaro e una brioches vuota. Anche io sono stata (capita un po’ a tutti, no?) bersaglio di chiacchiere e maldicenze, e non sempre avevo commesso il fatto. Però, nel bene o nel male, capivo già che era una forma di notorietà: se sparlavano, voleva dire che socialmente ero qualcuno. Peyton Place docet, no?
A queste anime perse che continuano a lamentarsi e a tentare di costruirsi una vita altrove, mi piacerebbe tanto domandare da che cosa cercano di fuggire, o se fare il barista o la lavapiatti in un disco bar a Londra sia poi così meglio che non farsi strada e costruirsi una carriera qui. Sicurisicurisicuri? (e mi rivolgo anche alla Pùpla che sta in Francia a lavorare gratis e che si fa spedire i cappelletti dalla nonna).
Dopo avere letto sulla carpigianità commenti banali e luoghi MOLTO comuni che potrebbero adattarsi a qualsiasi cittadina di provincia, ho cercato Carpi su Wikipedia. Così, giusto per passare il tempo mentre la tinta ai capelli faceva il suo dovere.
La descrizione è fluida, precisa, corretta, senza sbavature né lirismi.
Una mano grammaticalmente disinvolta e di sicuro ben informata snocciola dati, numeri, statistiche, leggende, dicerie, carpigiani illustri.
Tra questi, ne ricordo alcuni, altri li snobbavo, i più per me erano solo nomi di vie o piazze.
Imparo che siamo arrivati anche sulla cima delle Dolomiti, al rifugio “Città di Carpi” (penso al veneto imbariegh che arriva dopo due ore di scarpinata e si domanda che mai sarà questa Carpi o allo straniero che inevitabilmente leggerà CAPRI!).
Wikipedia non è che possa far più di tanto, le notizie e le curiosità non vanno oltre alla leggenda della Dama Bianca e del falcone di Astolfo che si posa sul carpine. Forse per finire la pagina, arriva a informarci sui lavori di ristrutturazione del Corso Fanti e dell’inaugurazione della nuova Biblioteca (io mica lo sapevo che lì ci fosse la manifattura Loria! Per me lì c’erano sempre e solo state le Ciro Menotti: precisamente, ho discusso l’esame di terza media dove adesso c’è il bagno del Cookies.. potrei anche leggerci qualche significato subliminale…). Ammetto che sarebbe stato più interessante leggere una pagina dell’elenco telefonico. Convengo che Cattani 67 e Studio 54 siano due cose piuttosto diverse.
Però.
Ho visto il mio mondo ridotto ai minimi termini, a un elenco di nomi, fatti, luoghi.
Sono parte di quel grafico ridicolmente grande della curva demografica, faccio parte di quel settore tessile che “ha sentito la crisi delle merci importate dei paesi dell'est europeo e dall'Asia”, ho ridicolizzato la statua di Dorando Pietri, a cui sono state dedicate ben due righe.
Ho visto con gli occhi di un estraneo il mio background e mi sono intenerita, perché davvero, Carpi è ben poca cosa, sta tutta lì, in una pagina. Ma io in quella pagina ci sto proprio bene, esattamente come sto bene con me da quando ho imparato che i malesseri ti seguono ovunque, e che se non stai bene con te stesso, hai un bel da girovagare cianciando di “tutta un’altra aria”, “con 10 euro ti compri una casa in Belize” , “pensa, stare tutto il giorno in infradito e vivere di quello che peschi” (ma ‘csa dit?), “vedere mostre e musei praticamente gratis” “là la gente si fa i fatti suoi” (e ti trovano mummificato perché nessuno si preoccupa del fatto che da un mese non esci di casa).
E ricordatevi che porta bene fare i tre gradini della Sinagoga!

 

 
 
 
 
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